Pensieri sulla guerra
L’inizio della guerra ha suscitato, fin da subito, nei bambini e in noi maestri diverse reazioni (tra le quali preoccupazione, paura, rabbia). Le domande su ciò che stava accadendo erano molteplici e i momenti di dialogo che si sono creati erano quotidiani, soprattutto durante la preghiera del mattino.
Ci siamo soffermati su ciò che stava accadendo intorno a noi.
Nel mese di marzo con le classi di prima, seconda, terza e quarta elementare abbiamo deciso di proporre tre poesie di Gianni Rodari (La luna di Kiev, Promemoria, Dopo la pioggia) per riflettere insieme e far scaturire le nostre emozioni.
Dopo la lettura delle poesie, con prima e seconda ci siamo posti la seguente domanda:
Perché la guerra non è da fare mai?
Qui alcuni dei pensieri raccolti:
“È una cosa brutta che non serve a niente.”
“È tanto tempo sprecato.”
“Non si può fare la guerra perché fa davvero malissimo.”
“La guerra è da non fare perché perdono la vita tutti e non è bello.”
In terza e quarta le reazioni sono scaturite direttamente dalle poesie:
“Dovrebbero fare un grande sforzo per non farla.”
“Sarebbe molto bella la pace in tutto il mondo perché non ci sarebbe pericolo nell’andare in altri paesi come la Russia per visitarli e attraversarli.”
“La terra deve essere unita per sopravvivere perché tutti componiamo un puzzle: la terra.”
“Alla fine cosa si guadagna con la guerra? Ve lo dico io: niente.”
“Ci sono tanti modi per risolvere un problema: per esempio parlare. Ma la guerra è il peggior modo.”
A volte facciamo fatica a dialogare tra noi perché non ne siamo davvero capaci, ma ci aiuta quest’ultimo bambino a ricordarci che affrontare i problemi in un altro modo è sicuramente peggio.
Tra i pensieri qualcuno ha voluto esprimere questo: “Io e la mia famiglia preghiamo molto…”
Il 9 marzo, il giorno in cui le campane di tutta la Svizzera, alle 10 in punto, hanno cominciato a suonare per la pace, ci siamo radunati nel cortile della scuola con tutti i bambini per fare proprio questo: affidare tutto nella preghiera.
Elisa Dall'Acqua, insegante della Caravella