OPEN DAY, UNA SORPRESA

Marco Squicciarini, direttore Scuole Santa Maria

Quest’anno è stato segnato dall’evento dell’Open Day. Una possibilità di cui negli ultimi anni abbiamo spesso sentito parlare che si è concretizzata sabato 23 novembre. La proposta di una giornata di scuola aperta al pubblico non è nuova; da sempre, nelle tradizionali porte aperte, abbiamo vissuto questa esperienza, alternando lezioni più ordinarie ad altre costruite ad hoc, guardando al pubblico come occasione per mostrare qualcosa di speciale, di originale, di coinvolgente e di significativo. Ma l’Open Day ha una dimensione diversa poiché tutti gli eventi di quel giorno possono avere quel respiro e quella tensione: mentre impariamo e studiamo, teniamo presente che possiamo mostrare ad altri il nostro cammino, le nostre scoperte, le nostre conquiste.

Personalmente mi sono convinto della bontà di questa possibilità proprio dopo una giornata di porte aperte degli scorsi anni, sentendo emergere in alcuni colleghi il desiderio di una maggiore creatività e libertà nel proporre alcune lezioni pensate accogliendo il pubblico. Si intuiva inoltre che invitare gli allievi ad affrontare un argomento avendo nell’orizzonte un evento pubblico in cui raccontarlo ad altri, potesse avere una fecondità didattica notevole. Oltre a ciò, quest’anno abbiamo sentito riecheggiare l’invito di un amico, un padre di famiglia rimasto in coma dopo un incidente, che ci spronava a non dimenticare una delle dimensioni fondamentali dell’essere umano: “fate cose belle!”, aveva detto ai suoi famigliari dopo il risveglio.

Forte di queste idee, un po’ confuse, e dell’amicizia con coloro che in modo più evidente sentivano il desiderio di organizzare questa giornata, mi sono presentato agli allievi, invitandoli a partecipare da protagonisti a questo evento. Sono stato sorpreso dalla loro adesione, fin da subito chiara e piena di curiosità. Nello specifico ho iniziato un cammino con la terza media, nelle ore di religione, e con il gruppo di opzione di educazione musicale di quarta media.

Con i primi ci siamo soffermati su un quadro, una pala d’altare di Beato Angelico (pittore italiano del XV secolo) raffigurante l’annunciazione dell’angelo a Maria, tema affrontato in seconda media e che meritava un approfondimento. Con i più grandi, invece, ci siamo immedesimati nella Belle Époque, studiata nelle ore di storia), andando a scoprire la nascita del cinematografo e del film muto, dove le scene dei primi video della storia erano accompagnate da musiche eseguite dal vivo. Quel che mi preme evidenziare è come, in entrambi i casi, mi sia trovato di fronte a qualcosa di inaspettato, inatteso e nuovo. I ragazzi di quarta hanno proposto di musicare un video di una giornata di scuola: attraverso la sperimentazione sono dunque emerse le loro idee musicali e, al contempo, la necessità di imparare ad essere liberi di esprimerle, cantandole o suonandole, di criticarle, di affinarle, di collegarle ad altre… Un lavoro appassionante che ha dato vita ad un brano che prima non c’era! Una cosa nuova, emersa dal cammino vissuto insieme cui tutti hanno collaborato. Una novità sorprendente. Sono stato sinceramente colpito, oltre che dal risultato, dalla serietà con cui questi allievi hanno vissuto l’esibizione – abbiamo infatti letteralmente aperto un cinematografo alla Traccia, suonando dal vivo durante il video, con tanto di vestiti d’epoca – dimostrando una grande stima verso la scuola, verso il lavoro svolto, verso gli adulti che hanno creduto in loro, verso gli ospiti giunti…

Allo stesso modo gli studenti di terza hanno preso sul serio il loro compito, analizzando l’immagine e scoprendone i numerosi dettagli. Il lavoro è poi stato quello di ricondurre questi particolari al loro significato, andando a scoprire il testo biblico di riferimento. Ma la Bibbia è un libro profondo; così dal Vangelo siamo stati condotti all’Antico Testamento, scoprendo le radici più antiche di quanto stavamo guardando (uno di noi ha anche scoperto il legame tra il proprio nome e altri nomi significativi nella storia sacra…). Poi è venuto il momento di prepararsi, di provare la propria parte, di verificare. È emerso presto il desiderio di trovare del tempo, oltre a quello della lezione settimanale, in cui approfondire e scoprire sempre di più. Un tempo non calcolato, ma desiderato, cercato, vissuto con gusto. Arriva il grande giorno: la lezione è tenuta dagli allievi di fronte ad un vasto pubblico. Li guardo, mentre raccontano e si avvicendano e mi dico: chi l’avrebbe detto due mesi fa?

L’evento dell’Open Day segna anche i giorni successivi: i ragazzi ne parlano, vogliono che i cartelloni rimangano appesi perché proprio tutti li vedano (uno di loro, ben sapendo che ero presente quel giorno, ma non avendomi visto in aula, mi manda addirittura la foto della mostra cui ha partecipato…). Davanti ai miei occhi prende carne la frase che campeggia da anni fuori dalla direzione, che parla dell’insegnare e dell’educare come una delle cose più belle della vita, perché affermano l’amore al vero e all’uomo… Si può capire questo, facendo cose belle, insieme. Grazie.

 

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I genitori raccontano

M. di Carlo

Una parola per descrivere il primo “Open Day” delle Scuole Santa Maria? Semplicemente WOW!

È stato un evento straordinario, pieno di entusiasmo e belle sorprese, completamente diverso dalla giornata delle Porte Aperte, alla quale partecipo da diversi anni, dove si osservano i ragazzi immersi nella loro quotidiana realtà scolastica. Sentivo che c’era molto fermento già dall’inizio dell’anno, perché le mie ragazze raccontavano le varie proposte dei professori e l’impegno richiesto per questa giornata speciale, ma non riuscivo a capire bene cosa avrebbero realizzato. Alla scuola media La Traccia il programma è stato uno spettacolo! Si passava da performance teatrali in francese, ad un concerto musicale, fino a un affascinante viaggio nella Belle Époque, tra costumi e scenografie d’altri tempi. Ogni attività, dai giochi in palestra agli allestimenti artistici, ha saputo catturare l’interesse dei presenti, creando un connubio perfetto tra didattica e divertimento.

La scuola elementare La Caravella non è stata da meno: i piccoli alunni, emozionati, ma pieni di entusiasmo, si sono esibiti in giochi matematici, dimostrazioni e persino nello spettacolo Il Mago di Oz.

Un lavoro di squadra straordinario di insegnanti, studenti e personale scolastico ha permesso di raccontare la bellezza e la ricchezza del lavoro scolastico in modo vivace, originale e brioso. Quel giorno si respirava un’atmosfera spumeggiante, di una vera scuola in festa, perché traspariva la felicità di condividere qualcosa di bello, unico e speciale.

Complimenti a coloro che hanno reso possibile questo evento memorabile, esempio luminoso di eccellenza educativa e comunitaria!

Gli allievi raccontano

Clicca qui per leggere i commenti di alcuni allievi sull'Open Day


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