UNA SCUOLA BELLA, PER EDUCARE ALLA SPERANZA

Pietro Croce, presidente dell'Associazione Santa Maria

 Il compito della scuola è preparare i giovani alla vita; è permettere a ciascun alunno di scoprire chi è e acquisire la consapevolezza che a lui è riservato un posto speciale nel mondo: per tutti infatti la promessa è quella di vivere una vita piena, cioè densa di significato, all’altezza dei propri desideri di bene. La scuola deve spalancare il presente al futuro, deve permettere ai ragazzi di scoprire le loro aspirazioni e di vederle realizzabili già a partire dal lavoro scolastico e attraverso il rapporto con gli educatori; deve cioè fare in modo che i giovani acquisiscano una piena fiducia nei confronti del presente per essere proiettati al futuro, che del presente si nutre, e sentano una stima sincera da parte di coloro che li accompagnano nel percorso educativo.

In un mondo che appare sempre più sfiduciato, dominato da crisi identitarie e di valori, che in modo quasi innaturale porta nei giovanissimi (che dovrebbero correre incontro alla vita con entusiasmo) incertezze e addirittura paure, serve una scuola forte, capace di proporre cose belle che infondano fiducia e che siano testimonianza viva del Una scuola bella, per educare alla speranza bene che è possibile. La scuola è cioè chiamata a educare alla speranza.

La speranza non è un concetto astratto; è per così dire la condizione, la premessa per una vita lieta; non è esaltazione di un desiderio, ma muove dai desideri di ogni individuo, che devono poter essere riconosciuti, valorizzati, coltivati sin dal principio del percorso educativo (e quindi dell’esperienza scolastica). Sarebbe difficile comprendere il senso del lavoro, della fatica e dell’impegno, che non sono risparmiati a nessuno, se non si partisse dalla convinzione che sono un bene per sé. In questo percorso i giovani devono essere accompagnati a scoprire le loro capacità personali, di cui sono spesso portatori inconsapevoli: intelligenza, simpatia, capacità di esprimere in modo sincero e senza condizionamenti quello che il cuore suggerisce loro. Occorre dare spazio alle loro individualità e soprattutto permettere loro di riconoscere nell’ambiente che li circonda la bellezza, affinché possano sperimentare una reale corrispondenza con le esigenze del loro essere.

Speranza non è sinonimo di ottimismo, ma è scoprire nel tempo presente ciò per cui ciascuno è fatto; è davvero abbracciare in ciò che accade e in ciò che ciascuno è chiamato a fare tutto l’avvenire che l’attende. Per educare alla speranza occorre costruire luoghi dove sia possibile sperimentare una sincera passione per ogni individuo e il gusto pieno della vita. Solo così il futuro non sarà più qualcosa cui pensare poco, ma diventerà la prospettiva di un’esistenza che ha in sé una promessa di risposta alle proprie aspirazioni, che si svelano man mano che si avanza nel cammino.

 Da più di trent’anni le Scuole Santa Maria di Bellinzona si propongono di essere uno di questi luoghi, dove poter fare continuamente esperienza di bellezza e dove i ragazzi siano lanciati incontro alla vita certi del bene per il quale sono fatti.


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